martedì 5 marzo 2013

La donna scimmia

La donna scimmia, di M. Ferreri, B/N, 92', Italia/Francia, 1965



"Sono una donna, non un fenomeno!"
(Maria)


Il dibattito su La donna scimmia di Marco Ferreri si è concentrato innanzi tutto sulla modernità del film che, pur essendo stato girato negli anni Sessanta, affronta il tema attualissimo della spettacolarizzazione del femminile e dei concetti di “normalità” e di “mostruosità”. Ciò che colpisce oggi, infatti, sono corpi “mostruosi” perché trasformati dalla chirurgia estetica per rispondere ai canoni imperanti di “normalità” e “bellezza” televisiva. Successivamente, si è riflettuto sull’ambiguità dei personaggi, sui loro ruoli e sui loro rapporti: è possibile che Antonio (Ugo Tognazzi) ami Maria (Annie Girardot) o il suo comportamento è sempre e comunque dettato da interesse? La stigmatizzazione di Maria come “fenomeno” non sembra intaccarlo, anzi, sembra suscitargli umanità e fierezza. Ma questo suo atteggiamento è autentico o fa parte del copione che il suo ruolo di marito gli impone? D’altra parte, Maria, nonostante dimostri in più punti una grande consapevolezza e capacità decisionale (quando si ribella alla permanenza con il professore perverso; quando impone al marito di adempiere ai suoi doveri coniugali; quando decide di portare avanti la gravidanza) soccombe al suo ruolo di moglie e quindi alle direttive di Antonio, coprendosi quando passeggiano per strada. Tuttavia, durante gli spettacoli, Antonio trasforma Maria da fenomeno da baraccone a donna fatale che seduce con la sua nudità, dandole in questo modo una possibilità di vita che l’ospizio delle suore in cui era cresciuta non avrebbe mai potuto offrirle. Spogliandoci dalla prigione dei ruoli, delle sovrastrutture e delle imposizioni socioculturali riusciremmo a raggiungere il nostro vero Io?

Altre riflessioni interessanti hanno riguardato il turbamento maschile causato dall’eccesso di peluria sul corpo femminile. La peluria su viso e corpo diventerebbe inaccettabile sia per il suo rimandare a un eccesso di mascolinità sia per il palesare ciò che è accettato solo se nascosto. Da qui consegue l’ossessione depilatoria ormai interiorizzata dalle donne e che, a ben vedere, non è altro che un inquietante risultato dell’imposizione e autoimposizione di categorie maschili.

Il dibattito si è concluso su due eccellenti interrogativi a cui tutti e tutte dovremmo cercare di rispondere: cosa piace agli uomini delle donne e cosa piace alle donne degli uomini? Ѐ sbagliato da parte delle donne riconoscersi nelle protagoniste dei film visti finora e nel loro bisogno d’amore come motore della propria esistenza?

Adele Sanna

Guardatemi adesso
io che sono il mostro
non è mio il peccato
è soltanto vostro.
È puro il mio cuore
son belli i miei occhi
io cerco l'amore
fra musica e specchi.
Dell'albero sacro
ho mangiato la mela
poi sono caduta
mi sono perduta.
Il mio paradiso
poi l'ho ritrovato.
L'inferno è soltanto
per chi mi ha guardato.

(La Stornellatrice)

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